DURANTE
LE MIE RICERCHE HO TROVATO DOCUMENTAZIONE DI CARLO CIPOLLA
(PAVIA, 15 AGOSTO 1922 - PAVIA, 5 SETTEMBRE 2000) UNO STORICO
ITALIANO SPECIALIZZATO IN STORIA ECONOMICA CHE MI HA
ISPIRATO, PER VIA DELLE LEGGI DA LUI CITATE, A REALIZZARE UNA PAGINA SU
MEREASISTEMI CHE TRATTA DEI FAMOSI INCENERITORI O SE PREFERITE
TERMOVALORIZZATORI (TERMINE UTILIZZATO PER FAR RISALTARE LA STUPIDITA'
UMANA).
CARLO CIPOLLA
Cipolla
fin da giovane aveva sempre desiderato insegnare storia e filosofia in
un liceo; si iscrisse dunque alla facoltà di Scienze Politiche
dell'Università di Pavia dove,
grazie al professor Franco Borlandi, esperto di storia economica
medievale, scoprì la propria passione per la storia dell'economia.
Dopo la maturità studia alla Sorbona di Parigi e alla London School of
Economics.
Cipolla ottiene la sua prima cattedra
di storia dell'economia a soli 27 anni (1949) a Catania. Sarà soltanto
la prima tappa di una lunga carriera universitaria in Italia (Venezia,
Torino, Pavia, Scuola Normale Superiore di Pisa e Fiesole) e
all'estero. Nel 1953 Cipolla si reca negli Stati Uniti come Fulbright
fellow, e nel 1957 sarà visiting professor all'Università di Berkeley
in California, prima di essere nominato full professor due anni più
tardi. Proprio negli Stati Uniti aggiunge una M come iniziale di un
secondo nome, che però all'anagrafe non ha[1], ma che conserva per le
sue pubblicazioni, anche per distinguersi da studiosi omonimi, come lo
storico Carlo Cipolla (1854-1916).
L'Università di Pavia gli ha conferito
una laura honoris causa nel giugno 1992 e gli ha intitolato il
Dipartimento di Scienze Storiche e Geografiche, il quale lo ricorda
ogni anno con una conferenza di argomento storico nella settecentesca
Aula Foscoliana.
LE LEGGI
FONDAMENTLI DELLA STUPIDITA' UMANA ( CARLO CIPOLLA)
PRIMA
LEGGE FONDAMENTALE:
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi
sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
SECONDA LEGGE FONDAMENTALE:
La probabilità che una certa persona sia stupida
è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
TERZA LEGGE FONDAMENTALE:
Una
persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o
gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per
sé od addirittura subendo una perdita.
QUARTA LEGGE FONDAMENTALE:
Le
persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle
persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente
che in qualsiasi momento e luogo,
ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui
stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
QUINTA LEGGE FONDAMENTALE:
La persona stupida è il tipo di persona più
pericoloso che esista.
GLI STUPIDI DANNEGGIANO L'INTERA SOCIETA' E SE
SONO AL POTERE FANNO PIU' DANNI DEGI ALTRI
CONCLUSA
QUESTA PICCOLA INTRODUZIONE POSSO PASSARE A SPIEGARE, PER I POCHI
CHE NON LO SANNO, COS' E' E A COSA SERVE UN INCENERITORE
L'inceneritore o termovalorizzatore
è un impianto che utilizza come combustibile i rifiuti, con due
obiettivi: eliminarli e produrre energia con il calore
prodotto dalla
loro combustione.
Il termine "TERMOVALORIZZATORE" però, spesso utilizzato, è in realtà
inappropriato, oltre che fuorviante, per il semplice motivo che il
rendimento della cosiddetta valorizzazione del rifiuto, e cioè la
quantità energetica ricavabile dal processo di combustione dei rifiuti,
è di molto inferiore al rendimento di qualsiasi centrale elettrica
tradizionale, e perché l'intero processo di incenerimento (dalla
raccolta allo smaltimento delle ceneri di scarto) consuma molta più
energia di quanta ne occorrerebbe
valorizzando il rifiuto con il riuso
(raccolta differenziata, trattamento e riciclo).
E' anche vero che pure il termine INCENERITORE potrebbe risultare
"riduttivo", poiché in effetti gli inceneritori o termovalorizzatori
producono anche energia, ma le caratteristiche peculiari di un
inceneritore restano la combustione, con conseguente rilascio in
atmosfera di inquinanti sottilissimi e dannosi alla salute, e la
produzione di ceneri di scarto che, è bene ricordarlo, rappresentano in
peso il 30% del rifiuto in ingresso bruciato. Ciò significa che
comunque, al termine del processo di incenerimento, i rifiuti in
entrata vengono eliminati solo per il 70% del loro volume, creando
quindi un ulteriore problema, quello dello smaltimento delle ceneri
stesse.
Per quanto riguarda le emissioni inquinanti, questi impianti sono
dotati di sistemi di controllo che dovrebbero garantirne un rilascio
ridotto, anche se permangono dei dubbi sull'effettiva efficacia della
misurazione di tale impatto, poiché le altissime temperature (anche
superiori ai 1.000°) utilizzate nel processo di combustione producono
nanoparticelle finissime che sfuggono al controllo.
Attualmente, nessun sistema di
filtraggio oggi disponible sul mercato è in grado di trattenere le
particelle inquinanti (particolato) con diametro inferiore ai 2,5
nanometri: è questo il principale problema di qualunque inceneritore,
ed allo stesso tempo la causa di un inquinamento "sconosciuto" (i
misuratori di particelle inquinanti arrivano a misurare solo diametri
superiori), che desta allarme presso i cittadini e la comunità
scientifica.
FONTE: http://www.educambiente.tv/
ANCHE
BEPPE GRILLO DA' LA SUA OPINIONE
IN PASSATO AVEVO CRETO
UNA PAGINA IN FORMATO PDF DOVE ESPONEVO IL MIO PENSIERO
NON
VIVIAMO PASSIVAMENTE LE DECISIONI PRESE DA ALTRI, FACCIAMO SENTIRE IL
NOSTRO PARERE, DOCUMENTIAMOCI E DIVULGHIMO ATTIVAMENTE AFFINCHE' LA
STUPIDITA' UMANA NON PRENDA IL SOPRAVVENTO.
NON DORMIAMOCI SU ASPETTANDO INUTILMENTE CHE QUALCUNO RISOLVA I NOSTRI
PROBLEMI.
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Stefano
Montanari,
bolognese di nascita (1949), modenese di adozione, laureato in Farmacia
nel 1972 con una tesi in Microchimica,
ha cominciato fin dai tempi dell’università ad occuparsi di ricerca
applicata al campo della medicina.
Autore di diversi brevetti nel campo della cardiochirurgia, della
chirurgia vascolare, della pneumologia e
progettista di sistemi ed apparecchiature per l’elettrofisiologia, ha
eseguito consulenze scientifiche per varie aziende,
dirigendo, tra l’altro, un progetto per la realizzazione di una valvola
cardiaca biologica.
Dal 1979 collabora con la moglie Antonietta Gatti in numerose ricerche
sui biomateriali.
Dal 2004 ha la direzione scientifica del laboratorio Nanodiagnostics di
Modena in cui si svolgono ricerche e
si offrono consulenze di altissimo livello sulle nanopatologie.
Docente in diversi master nazionali ed internazionali, è autore di
numerose pubblicazioni scientifiche.
Da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo
delle nanopatologie,
soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri
ultrafini.
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INCENERITORI E NANOPARTICELLE
intervista a Stefano Montanari
(FONTE http://unviveremigliore.forumattivo.com/)
Stefano Montanari, intervistato da
Radio Rock Italia, spiega i rischi degli inceneritori e delle
nanoparticelle.
Tempo fa esordì con una dichiarazione lapidaria:
"Un sindaco che consente l'installazione di un incenitore in città
commette un genocidio."
Ora ci spiega il motivo.
"Prendendo ad esempio l'inceneritore di Brescia in cui bruciano 800mila
tonnellate di rifiuti l'anno, proprio per la legge fisica della
conservazione della materia, conosciuta
sin dalla fine del '700 in cui Lavoisier affermò che "nulla si crea,
nulla si distrugge, tutto si trasforma", anche i rifiuti che immettiamo
in un inceneritore subiscono
una trasformazione, ma non possono scomparire."
Da Wikipedia leggiamo:
.... egli (Lavoisier) mostrò che,
anche se la materia cambia il suo stato con una reazione chimica, la
quantità di materia è la stessa all'inizio e alla fine di ogni
reazione. Bruciò fosforo e zolfo nell'aria, e dimostrò che il prodotto
pesava più della materia iniziale. Ciò non di meno, il peso acquisito
era stato preso dall'aria. Questi esperimenti fornirono la prova per la
legge di conservazione della massa (in una reazione chimica la massa
dei reagenti è esattamente uguale alla massa dei prodotti).
E quindi, continua Montanari, anche i rifiuti non scompaiono ma,
bruciando, si trasformano.
Si trasformano in elementi talmente sottili che diventano ancora più
pericolosi perché, se inalati, si infiltrano in ogni parte del nostro
organismo.
E sono le nanoparticelle.
E c'è di peggio.
Alle tonnellate di rifiuti trattate, vanno aggiunti altrettanti
materiali che servono per la loro combustione: acqua, metano, carbone,
ecc.. che, nel processo totale, per lo stesso principio di Lavoisier,
trasformandosi anch'essi, si sommano al materiale di base, e quindi
alle 800mila tonnellate di immondizie da incenerire se ne sommano
altrettante per la combustione, con il risultato di 1600000 tonnellate
di nanoparticelle che vengono disperse per aria e sono ancora più
tossiche del materiale iniziale.
Le nanoparticelle sono invisibili ma nocivi al nostro organismo perché
sono polveri non più degradabili ma eterne.
Quando le polveri vengono inalate, o mangiate, perché si depositano su
frutta e verdura e quindi entrano nella catena alimentare, passano nel
sangue e lì restano. A differenza di altre polveri grossolane che si
fermano alle prime vie aeree e possono essere eliminate soffiandosi il
naso, le polveri sottili, molto più numerose, riescono a penetrare in
profondità anche nell'alveo polmonare e da lì, in un minuto già sono
nel sangue, e in 60 min negli organi..fegato, cervello, gonadi,
stomaco...
Tali organi poi si comportano come filtri, imprigionano le polveri che
restano lì in eterno.
Inoltre, se superano una certa concentrazione, l'organo reagisce e
attornia le polveri con del tessuto infiammatorio che resta per tutta
la vita.
Il problema è che una infiammazione blanda ma cronica ha una maggiore
probabilità di trasformarsi in un cancro.
Ma potrebbe succedere anche che le polveri possono dare origine a dei
coaguli nel sangue, causa di trombosi.
Inoltre sono polveri che la madre trasmette al feto e dare origine a
malformazioni fetali o aborti.
O anche si possono annidare nel pancras e determinare il diabete
Pare che dopo il disastro delle torri gemelli, a causa della enorme
quantità di polveri sottili disperse nell'aria, i casi di diabete sono
aumentati in maniera esponenziale.
Ma allora se gli inceneritori non sono adatti alla risoluzione del
problema dei rifiuti, quali tecniche di smaltimento occorre adoperare?
Montanari è lapidario: il rifiuto più facile da smaltire è quello che
non c'è.
E quindi occorre attivarsi per la riduzione dei rifiuti.
In Irlanda hanno tassato il sacchetto di plastica: 15 cent e sono
diminuiti del 92%.
Già tassare l'imballo, pagare maggiormente per gli imballi più
ingombrati, potrebbe essere una delle soluzioni. Calcolando che il 50/
60 % dei rifiuti in discarica è
costituito dagli imballi.
Noi ci illudiamo che l'usa e getta sia sinonimo di ricchezza "sono
ricco in ragione di quanto butto"
Ora invece non ce lo possiamo più permettere e occorre invece
privilegiare materale recuperabile.
Occorre anche migliorare la qualità dei prodotti:
i prodotti che danno rifiuti non gestibili non possono essere giudicati
idonei.
In germania le auto sono costituite da pezzi completamente riciclabili
altrimenti non vengono omologate.
Un esempio di prodotto con imballo valido è il gelato: anche il cono
che lo contiene è utilizzato.
Questa è una nuova sfida per i progettisti: fare in modo che l'imballo
possa essere riciclato.
Per smaltire i rifiuti invece dovrebbero essere progettati e
sperimentati i sistemi a freddo. A Pesaro un signore ha inventato un
sistema a freddo, molto promettente ma non riesce a sperimentarlo,
nessun comune è disponibile a ospitarlo.
Il problema è che con i sistemi a freddo non si fanno soldi. Mentre
invece ne circolano in abbondanza per gli inceneritori.
Vi sono inoltre dei sistemi di abbattimento delle polveri. Lo stesso
Montanari ha sperimentato un metodo al comune di Roma, montando sul
tetto degli autobus una tecnologia che trasforma le polveri sottili in
mattoncini di materiali inerti.
La vergogna del microspopio elettronico
Comprato con i soldi di una sottoscrizione popolare e pagato 370mila
euro, il microscopio elettronico serviva per la ricerca sulle
nanoparticelle dei dottori Gatti e Montanari che, per trasparenza era
stato affidato all'Associazione Bortolani onlus con la gestione alla
dott. Gatti.
Bene l'associazione ha deciso di ufficio di trasferire il miscrospopio
a Urbino, dove nessuno lavorerà mai sulle nanoparticelle.
E' evidente che fattori esterni al mondo della ricerca siano
intervenuti per interrompere le ricerche sulle nanoparticelle, troppo
scomode al business degli inceneritori.
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